Capitale disumano by Roberto Ciccarelli

Capitale disumano by Roberto Ciccarelli

autore:Roberto Ciccarelli [Ciccarelli, Roberto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Manifestolibri
pubblicato: 2022-02-01T14:03:43+00:00


Borghesi al tornio, proletari in biblioteca!

Quando al ministero dell’Istruzione è stato presentato il primo monitoraggio sull’alternanza scuola lavoro doveva essere un grande giorno. L’allora ministra dell’Istruzione Stefania Giannini pensò di celebrarlo annunciando la “caduta del tabù ideologico che vede la scuola e lo studio separati dal lavoro. Ora i due mondi sono collegati”18. Il “tabù ideologico” era stato “abbattuto”, subito dopo è stato eretto un muro. Al secondo anno di alternanza scuola lavoro, nel novantotto per cento dei casi, gli studenti degli istituti tecnici sono stati indirizzati verso le imprese; nel novantuno per cento dei casi i licei sono stati accettati negli enti pubblici19. Le parti non erano state invertite: i “borghesi” dei licei al tornio, i “proletari” dei professionali in biblioteca. Tutto era rimasto come prima.

Uno studente su quattro (totale: 652.641 nell’anno scolastico 2015-2016) non ha frequentato “percorsi di qualità”; il dieci per cento aveva partecipato solo ad attività propedeutiche, il quattordici per cento solo ad esperienze di lavoro. Nell’ottanta per cento dei casi queste esperienze sono state fatte d’estate, quando l’attività didattica è sospesa. La stragrande maggioranza non rispondeva a una progettazione pluriennale. Il novanta per cento dei giovani è stato ospitato in piccole o micro-imprese: il cinquanta per cento fino a nove dipendenti e il quaranta per cento sotto i cinquanta lavoratori.

Questa distribuzione non ha aiutato il controllo sul valore formativo dell’esperienza, anche perché allora erano ancora incerti i criteri e procedure di accreditamento delle strutture ospitanti. Non hanno funzionato i tutor – anche perché erano insufficienti e non erano ancora previsti: solo il quattordici per cento dei collegi li ha scelti, mentre le famiglie e i ragazzi si sono dati da fare da soli nel cinquantasei per cento dei casi. Il trenta per cento è stato individuato dal dirigente scolastico. Su quindicimila studenti, oltre la metà ha dichiarato di avere partecipato a percorsi non inerenti ai propri studi. Quattro studenti su dieci non sono stati messi nelle condizioni di “apprendere”. Il trentotto per cento ha sostenuto di avere pagato per fare un’esperienza in azienda20.

Le disfunzionalità di un sistema improvvisato erano già evidenti nei licei. Un sondaggio condotto su un campione di tremila studenti ha confermato la mancanza strutturale di luoghi dove effettuare l’alternanza: uno su tre è stato costretto a “simulare” in aula un “tirocinio non professionalizzante”, spesso sottraendo ore alle lezioni ordinarie o aggiungendone altre a quelle già previste. La maggior parte ha dovuto sviluppare “un progetto di gruppo” (trentasei per cento), altri hanno simulato un’attività come se fossero in azienda (quattordici per cento). Quasi un terzo (trentuno per cento) non ha fatto nulla, il diciotto per cento si è limitato a partecipare a convegni e conferenze, il tredici per cento ha incontrato imprese o esperti21. In queste esperienze il tempo è sequestrato e ridotto alla simulazione del lavoro, non diversamente da quanto accadeva quando in Italia esisteva il servizio civile obbligatorio.

Sono in molti a dubitare sulla possibilità che il tessuto delle “piccole e medie imprese” possa sostenere la massa degli studenti. I primi dati



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.